LUDOTIPO CON L’ARTISTA: VERSIONE SIMULTANEA

Siamo stati lieti di presentare la collaborazione di Ludotipo con Umberto Zamboni:

VERSIONE SIMULTANEA

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il giuoco qui presentato è diviso in due parti, due serate indipendenti tra loro ma con un filo rosso che le unisce.

Il tema è l’alfabeto: questo si trasforma di segno grazie alla memoria percettiva ed emotiva dei giuocatori. Umberto ha raccolto e catalogato degli oggetti che non erano qui ma presenti attraverso  immagini.

Nella prima serata vi abbiamo chiesto di osservare ognuna di quelle immagini, di quegli oggetti, di quei segni. Osservando con un po’ di cuore, staccando come si può la razionalità , il giudizio su se e gli altri avete potuto scegliere una delle lettera di questo alfabeto.

Una volta scelto vi abbiamo chiesto di guardare per 2 o 3 minuti attentamente il vostro segno per poi chiudere gli occhi per un’altro minuto. Questo per cercare di interiorizzare, comprendere i significati profondi facendo vostro il segno scelto.

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Siamo ora arrivati al primo passo verso la trasformazione: vi abbiamo dato della cenere che avete collocato attraverso un cartoncino piegato su uno dei fogli collocati a terra nella forma archetipo della spirale.

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Nella stanza era presente un elemento: l’aria. Durante la creazione del nuovo segno di cenere vi ho chiesto di meditare su questo semplicemente per il fatto che molto lentamente quell’aria riprodotta artificialmente ha portato a cancellare i segni e a portare la cenere a ridosso della parete.

La vostra nuova lettera che può essere di una nuova era primitiva si è¨ dissolta ai nostri occhi ma non a quelli di Umberto che ha archiviato diligentemente con delle fotografie.

Il secondo e ultimo passo della serata è¨ stato quello di chiedere ai giocatori di esprimere il segno già  trasformato, e così diventato vostro, in un’espressione sonora. Dietro ad un drappo nero era presente chi poteva ascoltare e voi siete andati a rivelare il vostro segreto sotto forma di suono o parola, di frase o poesia, di grugnito o rumore a quel mago nascosto e forse pauroso. Ognuno di questi suoni è stato anch’esso archiviato dall’artista per utilizzarlo la sera successiva.

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Nella seconda serata i suoni/segni sono stati utilizzati per creare una suggestione mescolati ai rumori e alla musica di fondo della sera prima.

La spirale a terra, invece, che era costituita da fogli bianchi è¨ cambiata: invece di essere bianchi, questi, avevano su di se le immagini dei segni creati con la cenere nella sera antecedente.

Abbiamo chiesto lo stesso tipo di osservazione e di scelta verso le immagini della spirale chiedendo di percorrerla nel suo interno.

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Questa volta la materia da usare per esprimere il segno è¨ diventata tridimensionale. Abbiamo chiesto di poter bendare i partecipanti e attraverso una pallina di argilla questi hanno realizzato il loro personale segno modellandola. Da bidimensionale la realtà  è diventata tridimensionale, ma per poco tempo.

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Nella fase successiva abbiamo chiesto di immergere la loro forma realizzata in un recipiente di acqua (ed ecco presente il secondo elemento). Dopo averlo ben bagnato abbiamo chiesto di appoggiarlo, timbrarlo o comunque di far vedere la sua presenza insieme a quella degli altri segni su di un grande foglio a parete su cui si è¨ costituto un altro alfabeto.

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Il terzo elemento è stato la terra.

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